sabato 31 luglio 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 31 Luglio

Precedenti rilevazioni

PDL 30,6% (-0,4%)

LEGA NORD 12,1% (INV)
MPA 0,9% (INV)
ALTRI CDX 0,7% (-0,1%)
Totale cdx 44,3% (-0,5%)

UDC 6,6% (+0,1%)
ALLEANZA PER L'ITALIA 1,3% (+0,1%)
Totale centro 7,8% (+0,2%)

PD 26,5% (+0,2%)
IDV 6,6% (INV)
SEL 4,2% (+0,1%)
RAD 1,1% (-0,2%)
PSI 0,8% (INV)
VERDI 0,8% (+0,1%)
Totale Csx 40% (+0,2%)

FED.SIN. 2,2% (+0,1%)

M5S 2,8% (INV)

FT - FN 0,6% (INV)

LA DESTRA 1,3% (+0,1%)

Altri 1% (-0,1%)

Anche nell'ultimo sondaggio prima della pausa estiva, le forze governative appaiono in difficoltà e perdono ben mezzo punto percentuale (può sembrar poco ma sommato ai precedenti cali non lo è più). A pagare è soprattutto il partito di Berlusconi e (ancora) di Fini, mentre la Lega rimane costante su alti livelli. A beneficiare di questo calo sono tutti gli altri: infatti sia il centro che il centrosinistra guadagnano 2 decimi rispetto a 10 giorni fa. Il centrosinistra, in particolare, raggiunge la fatidica soglia psicologica del 40%, portandosi a "solo" 4,3 punti di distacco dalla coalizione di governo, distacco minimo da quando c'è questa maggioranza.
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mercoledì 28 luglio 2010

Le nuove stelle della politica internazionale - Martine Aubry


Chi segue la politica francese, probabilmente storcerà il naso nel vedere l'aggettivo "nuovo" accanto al nome della signora Martine Delors coniugata Aubry. Effettivamente la signora Aubry è tra i bigs del Parti Socialiste da almeno una quindicina d'anni ed ha occupato posti di rilievo in diversi esecutivi socialisti. Martine Aubry, nasce come Martine Delors a Parigi nel 1950. Suo padre è nientedimeno che Jacques Delors, ministro dell'economia francese dal 1981 al 1984 e presidente della commissione europea dal 1984 al 1994. Nella prima parte della sua vita Martine frequenta scuole private cattoliche, si laurea quindi all'università di Parigi II in scienze economiche. Dopo la laurea inizia a frequentare l'Ecole Nationale de l'Administration (ENA), la prestigiosa scuola da cui è uscita la quasi totalità degli esponenti politici transalpini di spicco dove si specializza nello studio delle tematiche del lavoro. Dopo aver lavorato come dipendente ministeriale, nel 1991 viene nominata per la prima volta ministro del lavoro, posizione che manterrà fino al 1993. Inevitabili per Martine, vista la grande influenza e fama di papà Jacques, le accuse di nepotismo e le cattiverie gratuite. Martine però non si fa condizionare dal fastidioso bollino di "raccomandata" che le malelingue inevitabilmente le appiccicano ed intraprende l'avventura ministeriale con piglio decisionista ed intransigente, creandosi parecchie inimicizie. Nel 1995 Martine viene nominata vice-sindaco di Lille, capoluogo del Nord-pas de Calais cominciando così il suo stretto rapporto con quella che diviene la sua città d'adozione. Nello stesso anno viene scelta da Lionel Jospin come portavoce della sua fallimentare campagna presidenziale. Nel 1997, a seguito della vittoria della sinistra alle legislative, la Aubry torna ad occupare il posto di ministro del lavoro. Da quella posizione la Aubry firma uno dei provvedimenti più controversi dell'esecutivo Jospin, la "legge sulle 35 ore", che riduce il limite massimo dell'orario lavorativo settimanale da 40 a 35 ore. Nel 2001 Martine viene eletta sindaco di Lille, ma l'anno successivo perde a sorpresa il suo seggio all'Assemblea Nazionale. Dopo quella sconfitta per molti la Aubry è politicamente finita. A causa di questa clamorosa debacle la Aubry si eclissa temporaneamente dalla politica nazionale, ma resta sindaco di Lille. Nel 2004 Lille è "capitale europea della cultura" e da questa manifestazione giungeranno molti soldi che la Aubry utilizzerà per riqualificare le aree degradate della città. Grazie a queste opere la Aubry aumenta la sua popolarità, e nel 2008 è rieletta con il 67% dei suffragi. Forte di questo successo personale, Martine annuncia a sorpresa la sua candidatura a segretario del Partito Socialista. Inizialmente i riflettori sono però puntati su Segolene Royal e sul sindaco di Parigi, Delanoe. A sorpresa Martine arriva al secondo turno contro la Royal. Nonostante un distacco iniziale di 7 punti, la Aubry rimonta e diviene la prima donna a capo del più importante partito della sinistra francese. L'inizio però non è facile. La Royal è furibonda, accusa il PS del Nord-pas de Calais di brogli e minaccia scissioni. A causa dei conflitti interni provocati dalla Royal, le europee sono un bagno di sangue per il PS che perde la metà dei suoi rappresentanti a Strasburgo e viene quasi raggiunto dai Verdi. Martine però non si perde d'animo e monta la campagna per le regionali dell'anno successivo. I risultati delle regionali danno ragione alla linea della segretaria, che non solo riesce a confermare tutte e 20 le regioni amministrate dal PS, ma conquista pure la Corsica, lasciando solo l'Alsazia ai gaullisti. Il PS torna inoltre ad essere il primo partito di Francia e ridimensiona Verdi e trotzkisti. Un successo personale e politico che pone senza ombra di dubbio il nome di Martine Aubry tra quelli più gettonati per il ruolo di sfidante di Sarkozy nel 2012. Da qui al 2012 però la strada sarà piena di ostacoli, e diversi dossier attendono la segretaria, primo fra tutti la questione delle alleanze. Allargare o no al centro o ai trotzkisti? Poi bisognerà risolvere l'annosa questione del cumulo delle cariche e decidere che fare con i suoi vecchi rivali Segolene Royal e Bertrand Delanoe, da dopo il congresso divenuti pericolose mine vaganti. Riuscirà Martine Aubry a riportare i socialisti all'Eliseo dopo quasi vent'anni di dominio gaullista e a divenire la prima donna a capo della Francia a 350 anni di distanza da Anna d'Asburgo?

Giovanni Rettore
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lunedì 26 luglio 2010

Le nuove stelle della politica internazionale-Nick Clegg


Nicholas Peter William “Nick” Clegg nasce il 7 gennaio 1967 nel Buckinghamshire, da una famiglia di un certo livello. Il padre Nick Clegg senior è un banchiere, discendente per parte di madre una nobile famiglia russa esiliata durante la Rivoluzione del 1917. La madre è invece olandese. Durante gli anni trascorsi alla facoltà di antropologia a Cambridge, Nick si avvicina al partito conservatore e si iscrive alla “Cambridge University Conservative Association”, che però lascerà dopo soli due anni. Dopo la laurea, comincia un periodo di viaggi per il giovane Nick. Vince una borsa di studio per l'università del Minnesota, vive quindi un periodo a New York dove entra nello staff del giornalista radicale Chris Hitchens. Negli anni successivi lavora a Bruxelles per la commissione Europea, e qui conosce la sua futura moglie, Miriam Gonzalez, figlia di un senatore spagnolo del Partito Popolare e fervente cattolica. I due convoleranno a nozze nel 2000 e ad oggi hanno avuto ben tre figli, per volontà della madre battezzati con rito cattolico. Mentre la storia d'amore tra Nick e Miriam continua, la carriera di Nick comincia a decollare. Nei primi anni '90 si distingue per un'attività giornalistica di successo, che lo porterà a vincere un riconoscimento del “Financial Times”, quindi nel 1994 torna a Bruxelles a lavorare per la commissione europea. Nel 1999 il grande salto in politica con la candidatura alle elezioni europee nella circoscrizione dell'East Midlands per il partito Liberal-Democratico. Nick riesce ad essere eletto e passa 5 anni a Strasburgo. Nick si iscrive al gruppo liberale nel parlamento europeo, e diviene responsabile del gruppo per il commercio e l'industria. Nel 2004, decide di non ricandidarsi all'europarlamento, bensì di tentare la candidatura alla Camera dei Comuni. Nella “pausa” tra l'esperienza a Strasburgo e quella a Londra, Nick il vagabondo lavora per una lobby, la Gplus Europe, preoccupandosi principalmente dei rapporti tra la GPlus ed Hertz e British Gas. Dopo vent'anni passati a giorvagare per il mondo ed essersi fatto un nome in tutti gli ambienti "che contano" del mondo, l'irrequieto Nick decide di tornare a casa. Si candida alle elezioni del 2005 nel seggio di Sheffield Hallam, collegio che fino a poco tempo fa era ritenuto conservatore, ma passato sotto l'influenza liberal-democratica negli ultimi tempi. Nick se la cava più che bene, mantenendo in mano liberal-democratica il seggio con il 51% dei suffragi, riuscendo così ad evitare che la mancata ricandidatura dell'uscente Allan rispedisse in mano ai Tories il seggio. Nick il vagabondo entra così alla Camera dei Comuni. L'allora leader Charles Kennedy, dato il suo passato a Strasburgo ed i suoi contatti con certi ambienti "che contano", lo promuove subito a responsabile dei rapporti con l'Europa del partito liberal-democratico. Quando nel 2006 Kennedy si dimette da leader dei lib-dem, il nome di Clegg comincia a girare come quello di possibile successore. Nick il vagabondo rifiuta, ed appoggia Menzies Campbell, il quale lo ricompensa dandogli il posto di responsabile degli affari interni per il partito. Da questa posizione Clegg si distingue come feroce oppositore delle misure di Blair su sicurezza interna, terrorismo ed immigrazione, giudicando inutilmente repressive le politiche di Blair. Nel 2006, dopo solo un anno, la leadership di Campbell è già logorata, ed i Lib-Dem devono nuovamente tornare a congresso per decidere la nuova leadership. Questa volta Nick il vagabondo decide di rompere gli indugi e provarci. Dopo una sfida all'ultimo voto contro il deputato Chris Hune, vinta con un margine dell' 1,2%, per Clegg è la definitiva affermazione nazionale. Tra il 2008 ed il 2009 i risultati dei lib-dem alle prove intermedie sono altalenanti. I lib-dem si avviano verso la campagna delle elezioni generali con la convinzione di poter, per la prima volta dopo decenni, entrare nella stanza dei bottoni. Le possibilità che si verifichi un "parlamento appeso", senza maggioranza chiara, sono difatti altissime. Nel primo confronto televisivo con Cameron e Brown, Clegg impressiona tutti ed i sondaggi decretano a sorpresa la sua vittoria sui due rivali. Scoppia quindi la Clegg-mania, ed i Lib-Dem volano in testa ai sondaggi, scavalcando pure i conservatori di Cameron. I successivi due confronti però, smontano l'effetto-Clegg. Cameron prende le contromisure adeguate, ed i sondaggi mostrano che l'amore per Clegg è stato decisamente effimero. Il risultato delle urne è abbastanza deludente per gli eredi dei "whigs", 23% in termini di voto popolare e 57 seggi conquistati, addirittura 7 di meno rispetto al 2005. Nonostante il risultato non particolarmente esaltante, i lib-dem son ancora in posizione di kingmaker, dato che nè i tories di Cameron, nè il labour di Brown hanno conquistato la maggioranza assoluta. Clegg per una decina di giorni flirta con tutti, ma appare chiaro fin dall'inizio che si va verso un accordo con i Tories. Difatti nemmeno una coalizione "romanista" (cioè tra liberal-democratici e Laburisti) avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta, per arrivare alla "quota magica" di 326 ci sarebbe voluto pure l'apporto dei partitini regionali, creando così una sorta di versione britannica dell'Unione di prodiana memoria. Si arriva quindi all'annuncio ufficiale del'accordo per la coalizione "giallo-blu" tra Tories e Whigs, che ha a disposizione la bellezza di oltre 360 seggi, tra gli insulti e lo scorno dei laburisti che ricoprono il Casini d'oltremanica di epiteti come "rent boy" (gigolò) o "harlot" (puttana). Clegg quindi, nonostante un risultato non esaltante è riuscito comunque a riportare i lib-dem nella stanza dei bottoni dopo decenni. Nell'accordo di coalizione ha però dovuto cedere parecchio ai Tories su immigrazione ed Euro. E' invece riuscito a spuntarla sulla legge elettorale, riuscendo ad ottenere l'agognato referendum che porterà la Gran Bretagna verso l'attuazione su scala nazionale del sistema a "doppia-preferenza" che vige per le comunali londinesi. I lib-dem prendono 5 dei posti ministeriali del gabinetto di Cameron, e Clegg si prende il posto di vice-premier ed il portafoglio per le riforme istituzionali. Insomma, in un modo o nell'altro per Nick il vagabondo la missione è compiuta. I sondaggi però non sono stati finora clementi con gli eredi dei whigs. La parte "di sinistra" dell'elettorato liberal-democratico sembra esser tornato a guardare verso il Labour, mentre la parte di destra si sta riorientando verso i "Tories". Ora i lib-dem oscillano tra il 15 ed il 18% , e forse proprio in chiave di recupero della parte mancina del suo elettorato va vista l'uscita di Clegg sulla guerra in Iraq che ha infastidito alcuni membri del partito Conservatore. Va però detto che l'uscita di Nick il vagabondo era ampliamente prevedibile, i lib-dem infatti sono l'unico partito britannico che s'è sempre opposto al conflitto iracheno, conflitto che comunque sta perdendo il suo supporto anche tra i Tories (vedasi l'uscita dell'ex premier conservatore John Major, il quale sostiene che la guerra in Iraq abbia provocato più danni all'immagine della politica britannica dello scandalo dei rimborsi elettorali). Per quanto ancora durerà la luna di miele fra i neo-sposi Nick e David? Riuscirà Nick a riportare i lib-dem sopra la soglia del 20%, e riuscirà a far fruttare al meglio per il suo partito il sistema a doppia-preferenza?

Giovanni Rettore
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sabato 24 luglio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Dorina Bianchi


Medico, deputato, mamma ma soprattutto una donna orgogliosa delle proprie radici, fortemente determinata a migliorare il futuro della sua Calabria. La protagonista in questione è Dorina Bianchi, nata a Crotone il 3 Giugno 1966. Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e chirurgia, esercita la professione di neuroradiologa presso l’ospedale di Cosenza. Ma fin da giovane la sua vera passione si chiama politica. Così nel 2001 si candida nel collegio uninominale della sua città natale per la Casa delle Libertà in occasione delle elezioni politiche. L’aspirante parlamentare, in quota Ccd, viene eletta alla Camera dei deputati, riuscendo a superare per una manciata di voti il centrosinistra in un collegio da sempre difficile per il centrodestra. Dopo aver aderito ufficialmente all’Udc, nel corso della legislatura è la relatrice della legge 40 sulla procreazione assistita, motivando così la sua battaglia finalizzata all’approvazione di “un provvedimento molto delicato che mi ha vista impegnata in prima linea a difesa della donna per colmare l’allarmante vuoto legislativo che permetteva di effettuare qualsiasi tecnica di riproduzione assistita a scapito soprattutto delle donne, spesso sottoposte a trattamenti aggressivi e sovente seguiti da delusioni e fallimenti”. Segretario d’aula e componente della commissione Cultura, scienze ed istruzione, la deputata centrista diventa uno dei principali protagonisti della campagna astensionista in occasione dei referendum abrogativi del 2005. Membro della commissione Trasporti e della commissione Agricoltura nonché della commissione Affari sociali, assume inoltre l’incarico di vicepresidente dell’Osservatorio per il turismo. La scarsa attenzione dell’esecutivo Berlusconi verso il Mezzogiorno è all’origine del progressivo allentamento dei rapporti con la maggioranza. La parlamentare crotonese dapprima lascia l’Udc per aderire al gruppo misto e successivamente passa all’opposizione entrando a far parte della pattuglia della Margherita, dove ricopre il ruolo di responsabile del Terzo settore. Alle elezioni politiche del 2006 arriva la candidatura nella lista dell’Ulivo in Calabria. Rieletta a Montecitorio, l’esponente della Margherita diventa vicepresidente della commissione Affari sociali. Da componente della commissione bicamerale sull’infanzia porta avanti con caparbietà politiche in favore degli adolescenti occupandosi in più di cooperazione internazionale attraverso diverse missioni nel mondo volte alla tutela della salute dei più piccoli. Dal 2007 è la fondatrice e presidente dell’Opaf- Osservatorio Parlamentare Accessibilità e fruibilità che, insieme ad una cinquantina di parlamentari, ha l’obiettivo di promuovere un’opera di monitoraggio a trecentosessanta gradi al fine di favorire l’eliminazione delle barriere non solo architettoniche ma anche culturali e psicologiche. Candidata alle elezioni primarie del Partito Democratico, la caparbia Dorina viene eletta nell’assemblea costituente nazionale in una lista a sostegno del segretario nazionale Walter Veltroni. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletta al Senato, dove assume il ruolo di capogruppo democratico nella commissione Igiene e sanità. Membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro ed in particolare sul fenomeno delle cosiddette “morti bianche”, la senatrice del Pd diventa membro della commissione d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale e della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Nel corso della legislatura la presidente dell’Opaf entra far parte inoltre della commissione parlamentare sulle questioni regionali. Sensibile ai valori cattolici ed alla morale cristiana, la senatrice calabrese diventa presidente onorario dell’associazione “Dossetti: i valori”. Dal 2009 inizia una fase di progressivo allontanamento dal Pd. Eletta capogruppo in commissione Sanità al posto di Ignazio Marino, noto per le sue posizioni laiche in materia di fine vita, da subito invoca la libertà di coscienza sul voto al ddl Calabrò sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, suscitando critiche e prese di posizione avverse all’interno del partito. Nel Marzo del 2009 la senatrice piddina è al centro di un attacco lanciato da Debora Serracchiani. Dal palco dell’assemblea nazionale dei circoli democratici, a proposito del dibattito inerente il testamento biologico la deputata europea afferma :”E’ giusta la libertà di coscienza ma trovo che sia un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo alla commissione Sanità del Senato chi non è portatore della posizione prevalente del partito”. Preso atto dei forti dissidi interni e della difficoltà di coniugare i propri valori alle posizioni del Pd, Dorina rilascia un’intervista al Corriere della Sera, nella quale annuncia il ritorno nell’Udc, denunciando lo spostamento a sinistra del Pd e precisando allo stesso tempo di sentirsi ormai solo ospite. Tornata nel partito di Casini, l’ex senatrice Pd diventa vicepresidente del gruppo Udc, Svp, Io sud e Autonomie ed entra a far parte della commissione Lavori pubblici e comunicazioni. Da quest’anno fa parte inoltre della commissione Industria, commercio, turismo. Fra le battaglie più sentite condotte con tenacia dalla parlamentare centrista vanno annoverate quella contro la violenza sulle donne e sui minori e l’azione di denuncia e contrasto contro gli sprechi e la cattiva gestione della sanità, in particolar modo nella sua amata Calabria, che figura fra le regioni più colpite da episodi legati alla malasanità. Fra i pilastri dell’azione politica della vicepresidente dell’Udc anche l’attenzione nei confronti dei giovani e delle donne :"Credo in una politica giovane e nei giovani in politica – ha chiarito di recente – e in questo senso ho presentato una proposta di legge per porre un limite d’età per candidarsi, favorendo l’inserimento dei giovani nelle istituzioni. Ma credo anche nell’impegno femminile, per questo ho maturato un tracciato politico come donna e a dispetto dell’età”. Elegante e sobria, da alcuni mesi l’astro nascente del partito di Casini fa capolino in tv. Diretta e mai fuori posto, Dorina Bianchi è riuscita a ritagliarsi un proprio ruolo in un panorama politico tutt’altro che facile per una donna testarda e orgogliosa come lei, pronta a sfidare posizioni di rendita e luoghi comuni.

Al
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mercoledì 21 luglio 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 21 luglio

Precedenti rilevazioni

PDL 31% (-0,1%)

LEGA NORD 12,1% (-0,1%)
MPA 0,9% (+0,1%)
ALTRI CDX 0,8% (INV)
Totale cdx 44,8% (-0,1%)

UDC 6,5% (+0,1%)
ALLEANZA PER L'ITALIA 1,2% (INV)
Totale centro 7,7% (+0,1%)

PD 26,3% (-0,2%)
IDV 6,6% (INV)
SEL 4,1% (+0,1%)
RAD 1,3% (+0,2%)
PSI 0,8% (INV)
VERDI 0,7% (INV)
Totale Csx 39,8% (+0,1%)

FED.SIN. 2,1% (+0,1%)

M5S 2,8% (INV)

FT - FN 0,6% (-0,1%)

LA DESTRA 1,2% (INV)

Altri 1% (-0,1%)

Penultimo rilevamento prima delle vacanze estive.
Data la vicinanza con il precedente non ci sono grosse variazioni di sorta, ma si confermano tutti i trend visti in precedenza: arretramento quasi impercettibile di lega e pdl (ormai lontanissimo dai tempi d'oro in cui era più vicino al 40% che al 30%), crescita del polo centrista (in questo caso dell'udc che torna a quota 6,5%), avvicinamento del centrosinistra alla soglia psicologica del 40%.
Continua a crescere la sinistra extraparlamentare che nelle sue diverse accezioni raccoglie ben il 10,5%, ormai lontanissimo da misero 4,1% delle elezioni 2008.
Distanza tra i due schieramenti ridotta al 5%. Cresce sempre di più l'ipotesi di un senato bloccato (o comunque con maggioranza prodiana) in caso di ritorno alle urne.
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venerdì 16 luglio 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 16 Luglio

Precedenti rilevazioni

PDL 31,1% (-0,1%)

LEGA NORD 12,2% (-0,1%)
MPA 0,8% (+0,1%)
ALTRI CDX 0,8% (INV)
Totale cdx 44,9% (-0,1%)

UDC 6,4% (INV)
ALLEANZA PER L'ITALIA 1,2% (+0,1%)
Totale centro 7,6% (+0,1%)

PD 26,5% (+0,1%)
IDV 6,6% (INV)
SEL 4% (+0,1%)
RAD 1,1% (INV)
PSI 0,8% (INV)
VERDI 0,7% (INV)
Totale Csx 39,7% (+0,2%)

FED.SIN. 2% (-0,1%)

M5S 2,8% (-0,2%)

FT - FN 0,7% (INV)

LA DESTRA 1,2% (+0,1%)

Altri 1,1% (INV)

Il governo non vive uno dei suoi momenti migliori ma questo si riflette solo in minima parte sulle intenzioni di voto. Infatti il centrodestra perde appena un decimo rispetto all'ultima rilevazione, scendendo comunque per la prima volta sotto il 45%. Nello stesso tempo il centrosinistra guadagna qualcosina, soprattutto dalla sua sinistra (M5S e FdS). Tra i partiti non ci sono cambiamenti importanti mentre vi è una conferma del trend positivo di Sel e la fine della perdita di consensi per l'Idv. Ancora in leggero calo la lega che comunque si conferma al di sopra del risultato delle europee.
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martedì 13 luglio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Souad Sbai‏


Passione e fatica al servizio delle donne arabe immigrate in Italia declinate in una battaglia perenne finalizzata a migliorare il tenore di vita di una delle fasce della popolazione più colpite da soprusi e angherie. E’ una storia piena di coraggio ed amore quella di Souad Sbai, donna dalle mille risorse che può vantare la forza fiera di chi ha toccato con mano l’orrore della discriminazione e ha saputo rialzarsi senza perdere quella dignità inalienabile ma talvolta preda dei peggiori istinti umani in grado di spegnere il fuoco della speranza, emblema della fierezza di chi si oppone al sonno della ragione pur sapendo che ne pagherà le conseguenze sulla propria pelle. Nata a Stettat, in Marocco, il 5 Febbraio 1961, negli occhi e nel cuore della piccola Souad alberga la voglia di impegnarsi attivamente a favore dell’emancipazione della figura femminile, ancora legata ad un passato di soggiogamento da un’interpretazione oltranzista e reazionaria della Sharia che in alcuni Paesi islamici si traduce in una persistente ed inaccettabile negazione dei pur minimi diritti garantiti a quello che resta a tutti gli effetti il sesso debole. Così la promettente Souad studia, si applica poi arriva il trasferimento in Italia, dove si integra senza problemi, divenendo cittadina italiana nel 1981. Brillante il suo percorso di studi, fra cui spicca l’iscrizione alla facoltà di Lettere e filosofia all’Università La Sapienza, dove consegue la laurea con una tesi sul diritto islamico. L’intraprendente Souad non si ferma di certo qui e decide di iscriversi al dottorato di ricerca in Diritto comparato presso la facoltà degli Studi politici e per l’alta formazione europea e mediterranea alla Seconda Università di Napoli “Jean Monnet”. La tesi, agguantata nell’anno accademico 2004-2005, non poteva che riguardare un tema a lei molto caro, ovvero “Diritti delle donne e associazionismo femminile nei Paesi del Maghreb”. L’esponente del Pdl è in prima linea contro la feroce pratica dell’infibulazione, imposta sul corpo delle donne perfino nel cuore dell’Europa. Proprio l’infibulazione è l’argomento trattato nell’ambito del master in medicina sociale, organizzato nel 2006 dall’Università Sant’Andrea di Roma, al quale partecipa in veste di docente. Fra le priorità dell’attività formativa e sociale, svolta dalla paladina dei diritti delle donne, ci sono le dinamiche connesse all’immigrazione volte a garantire e rafforzare il più possibile l’integrazione degli stranieri in Italia. “Immigrazione e integrazione” è il titolo del master organizzato presso la Seconda Università di Napoli “Jean Monnet”, per favorire il dialogo fra le culture e fra le diverse confessioni religiose. Ideatrice e strenua organizzatrice di convegni e seminari internazionali sui temi dell’immigrazione, ha vestito i panni di docente in numerosi corsi di laurea e master tenuti all’Università La Sapienza ed all’Università degli studi Roma tre. Innumerevoli inoltre le esperienze acquisite nel campo dell’informazione, a partire dall’attività di giornalista e caporedattore del mensile in lingua araba “Al Maghrebiya”, edito in lingua araba e appositamente pensato per spiegare usi e costumi dell’Italia alla folta schiera di immigrati presenti nel nostro Paese. Opinionista del quotidiano “Avvenire”, Souad scrive con cadenza regolare sul quotidiano online “L’Occidentale”. Promotrice del centro culturale “Averroè” di Roma per la diffusione delle culture dell’area prospiciente il Mediterraneo, dal 1997 assume l’incarico di presidente dell’associazione Acmid- Donna onlus, l’associazione delle donne marocchine in Italia. Dal 1994 al 1998 è stata responsabile delle relazioni pubbliche della rivista mensile “Oltre”. La caporedattrice di “Al Maghrebiya” può vantare una collaborazione con Raitre per il programma sull’immigrazione “Un mondo a colori”, dedicato al racconto ed all’approfondimento dei casi di stranieri che sono riusciti a trovare fortuna e lavoro nel Belpaese, testimoniando in prima persona la capacità di integrarsi fuori dal proprio Paese. Nel 2005 la paladina dei diritti femminili entra a far parte della federazione per l’Islam moderato e pluralista, istituito presso il ministero dell’Interno mentre nel 2007 diventa componente della commissione “Salute e immigrazione”, costituita presso il ministero della Salute. Il suo impegno al fianco delle donne emarginate e sfruttate nonché la caparbietà nell’affrontare di petto temi tutt’altro che facili consentono alla portavoce delle donne marocchine in Italia di farsi notare ed apprezzare anche a livello politico. La proposta di candidarsi in occasione delle elezioni politiche del 2008 arriva dai vertici del Pdl. Un’occasione preziosa per portare all’interno del Parlamento le istanze dei tanti immigrati desiderosi di integrarsi in Italia rispettando le regole ed evitando rischiose derive verso l’estremismo e l’integralismo più duro. Eletta nella circoscrizione Puglia, la parlamentare pidiellina si caratterizza subito per il suo attivismo. Fra le proposte di legge presentate come firmatario vanno segnalate l’istituzione della consulta permanente per l’immigrazione, le modifiche all’articolo 21 del testo unico sulle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero con particolare riferimento alle quote riservate nella determinazione dei flussi di ingresso dei lavoratori stranieri nonché una modifica all’articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi in materia di incremento delle detrazioni per carichi di famiglia in favore delle donne lavoratrici. Buona parte dell’attività parlamentare dell’esponente del centrodestra è caratterizzata dalla ferma opposizione alla negazione dei diritti umani, a cominciare dall’imposizione di indossare il burka o il niqab. Il 6 Maggio 2009 l’onorevole Sbai ha presentato una proposta di legge finalizzata all’introduzione del divieto di indossare i tradizionali copricapo islamici. La sfida a dogmi apparentemente imbattibili e tradizioni arcaiche non si fa solo nelle aule del Parlamento! E così l’intransigente Souad si mobilita per Sanaa ed Hina, due giovani ragazze accomunate da uno stile di vita “troppo occidentale” per poter essere accettate dai rispettivi padri, resisi protagonisti di due efferati figlicidi. Toni fermi, linguaggio privo di ambiguità, la deputata del Pdl ha ormai guadagnato visibilità e prestigio, come testimoniano le crescenti ospitate in tv, specialmente quando si parla di argomenti connessi all’integrazione, alle politiche sull’immigrazione ed al ruolo della donna nelle società islamiche. C’è da scommettere dunque che sentiremo parlare ancora a lungo di questa piccola grande donna disposta a lottare per la libertà e l’uguaglianza.
Al
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mercoledì 7 luglio 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 7 Luglio

Precedenti rilevazioni

PDL 31,2% (INV)

LEGA NORD 12,3% (-0,2%)
MPA 0,7% (INV)
ALTRI CDX 0,8% (INV)
Totale cdx 45% (-0,2%)

UDC 6,4% (+0,1%)
ALLEANZA PER L'ITALIA 1,1% (INV)
Totale centro 7,5% (+0,1%)

PD 26,4% (+0,1%)
IDV 6,6% (-0,2%)
SEL 3,9% (+0,2%)
RAD 1,1% (INV)
PSI 0,8% (INV)
VERDI 0,7% (-0,1%)
Totale Csx 39,5% (INV)

FED.SIN. 2,1% (+0,1%)

M5S 3% (INV)

FT - FN 0,7% (INV)

LA DESTRA 1,1% (INV)

Altri 1,1% (INV)

Rispetto a 8 giorni fa la situazione non cambia tantissimo, anche se continua il lento ma progressivo ridimensionamento del centrodestra. Ora raggiunge appena il 45%, in ribasso di due decimi. Costante il centrosinistra, il lieve apprezzamento l'Udc e la FdS. Da notare la fine del periodo di crescita leghista ( è la seconda volta che è in ribasso, anche se di pochi decimi) e la sofferenza (temporanea?) dell' IDV che rispetto ad un mese fa perde poco più di mezzo punto. Molto tonica Sel, ormai ad un passo dal 4%
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martedì 6 luglio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Sonia Alfano


Una vita spesa nella lotta alla mafia e nel riscatto della società siciliana. Sonia Alfano è sicuramente una delle novità più apprezzabili in un contesto politico perlopiù avulso a cambiamenti e facce nuove. Nata nel 1971 a Messina, la paladina della guerra alle cosche di Cosa Nostra si diploma presso il liceo classico “Luigi Valli” di Barcellona Pozzo di Gotto, dedicandosi poi alla carriera universitaria. Ma l’improvvisa morte del padre Beppe, ucciso l’8 Gennaio del 1993 per via delle sue inchieste scomode sulla mafia, la induce ad interrompere gli studi. In seguito alla morte del padre, la giovane Sonia comincia un’intensa attività antimafia per accertare la verità sul terribile omicidio e sui cosiddetti “mandanti di terzo livello”, ovvero sui mandanti occulti. Nel 2003 denuncia depistaggi nelle indagini e il coinvolgimento dei servizi segreti italiani. Pochi giorni dopo la denuncia pubblica, la Dda di Messina, pressata dal clamore delle rivelazioni di Sonia, decide di riaprire le indagini, tuttora in corso. Nel 2004 è in prima linea nella battaglia tesa a far luce in merito alla morte del dottor Attilio Manca, inizialmente considerata come un suicidio. Risale al 2006 la richiesta di scioglimento del comune di Barcellona Pozzo di Gotto a causa di infiltrazioni mafiose ma l’istanza non viene accolta. Fra le battaglie più sentite ci sono anche quelle sindacali, a partire dalle gravi carenze organizzative nella gestione delle emergenze da parte della Protezione Civile della Regione Sicilia, presso la quale lavora tutt’oggi con la qualifica di funzionario. All’origine delle polemiche con i vertici del dipartimento c’è la drammatica situazione di 300 precari che da quindici anni lavorano presso gli uffici della Protezione civile. Nel Giugno del 2007 la pasionaria dell’Idv è riuscita a consegnare personalmente una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha accettato di occuparsi della questione. Ed è proprio la battaglia sindacale a portare la funzionaria della Regione Sicilia alla ribalta nazionale con una serie di interviste rilasciate a trasmissioni televisive e testate nazionali, fra cui Il Corriere della Sera, Il sole 24 ore e Le Iene. Oggi una parte dei precari è stata regolarizzata mentre le carenze organizzative sono state parzialmente risolte. Insieme a Rita Borsellino è stata poi sottoscrittrice di un appello, indirizzato al Capo dello Stato, per chiedere il trasferimento dell’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ad originare la protesta, la richiesta del titolare del dicastero della Giustizia, determinato a chiedere il trasferimento di Luigi De Magistris, Pm della procura della Repubblica di Catanzaro nonché titolare dell’inchiesta “Why not”, che ha visto coinvolti Prodi e Mastella. Allo scopo di difendere il Pm di Catanzaro, la leader antimafia, insieme al movimento “E adesso ammazzateci tutti”, organizza una seguitissima campagna di solidarietà, avviando allo stesso tempo una petizione su scala nazionale. Diventata coordinatrice regionale del movimento antimafia “E adesso ammazzateci tutti”, nel novembre del 2007 si incatena al cancello della Prefettura di Palermo insieme a decine di familiari di vittime innocenti della mafia per chiedere al Parlamento di equiparare le normative a favore dei familiari delle vittime di mafia con i familiari delle vittime del terrorismo. La scalata verso l’impegno più propriamente politico prosegue grazie all’avvio della petizione “Chiediamo i danni a Cosa nostra”. Frutto della raccolta firme è l’articolo 17 della legge finanziaria 2008 che ha obbligato la Regione Sicilia a costituirsi parte civile in tutti i processi per favoreggiamento alla mafia da parte di amministratori e dipendenti della pubblica amministrazione. Nel 2008 l’astro nascente del panorama politico italiano viene eletta presidente dell’associazione nazionale dei familiari delle vittime di mafia. La svolta arriva il 28 Febbraio con l’annuncio della sua candidatura candidata alla Presidenza della Regione Siciliana nelle Elezioni del 2008 alla guida della lista “Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano presidente”. Senza tentennamenti e paure, l’aspirante governatrice conduce una campagna elettorale all’insegna della verità e della trasparenza, puntando l’attenzione sulle tante criticità dell’isola, a cominciare dall’emergenza lavoro e dalla lotta alla criminalità organizzata. La candidata grillina conquista 69.511 voti pari al 2,4% arrivando terza, dopo Raffaele Lombardo e Anna Finocchiaro. Conclusa la corsa alla poltrona di governatore, la presidente del movimento “E adesso ammazzateci tutti” accetta la proposta di candidatura come indipendente nelle liste di Italia dei Valori in occasione delle elezioni europee. In un vorticoso tour de force che la porta in giro per l’Italia, l’esponente dipietrista si fa portavoce delle istanze di legalità e trasparenza chieste a gran voce dall’elettorato, non lesinando aspre critiche all’indirizzo del governo. Il risultato è positivo, dall’alto dei 165mila voti conquistati in tutta Italia. E’ la circoscrizione dell’Italia centrale a tributarle il consenso maggiore con 31.264 preferenze, seguita dalle 29.924 guadagnate nella circoscrizione meridionale. Buono anche il riscontro ottenuto nel Nord ovest con 28.104 voti e nelle isole, dove raccoglie 27.166 preferenze mentre la circoscrizione Nord est le tributa 26.011 voti. Per effetto delle rinunce e delle candidature multiple che l’hanno preceduta, la neo parlamentare europea mette piede a Strasburgo, aderendo al gruppo Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde). Membro della commissione Libertà civili, giustizia e affari interni, l’onorevole Alfano è supplente della commissione Controllo di bilancio. Fa parte inoltre delle delegazioni “Assemblea parlamentare Euromediterranea” e “Maghreb”. Piglio deciso, linguaggio crudo e scarsamente incline al politically correct, la deputata europea è sovente al centro di polemiche per via delle sue dichiarazioni spesso sopra le righe. Fra queste va segnalata la sua affermazione incendiaria inerente l’aggressione ai danni del presidente del Consiglio, consumata in Piazza Duomo :"Da subito non ho dato solidarietà al premier per l’attacco subito e non gliela darò mai. Certo condanno ogni forma di violenza fisica – ha scandito il volto nuovo dell’Idv – ma sono una persona coerente. Non posso dare solidarietà ad un presidente del Consiglio che è un frequentatore di minorenni, un piduista, un corruttore, un frequentatore di mafiosi, un uomo che non ha il senso dello Stato”.
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giovedì 1 luglio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Maurizio Lupi


E se fosse lui il cavallo vincente a cui aggrapparsi per vincere la sfida di Milano? Sarà forse fantapolitica ma quello di Maurizio Lupi è uno dei nomi più gettonati nel Pdl nel caso in cui si decidesse di puntare su una candidatura totalmente inedita finalizzata a confermare il comune meneghino. Nato a Milano nel 1959, il passionario Maurizio si dedica all’attività sociale fin da giovane. E’ l’adesione a Comunione e liberazione a segnare la sua vita, a partire dall’amicizia con don Luigi Giussani, rafforzata negli anni dell’università. Dopo aver completato nel 1978 il liceo scientifico e conseguito la laurea in Scienze politiche presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano con una tesi dal titolo “L’introduzione del sistema editoriale integrato nel giornalismo quotidiano”, approda al mondo del lavoro prima come assistente personale dell’amministratore delegato del settimanale "Il Sabato", in seguito come capo ufficio stampa e responsabile pr della Fiera di Milano per poi essere nominato amministratore delegato di Fiera Milano congressi nel 1994. Iscritto all’ordine dei giornalisti della Lombardia dal 1984 come giornalista pubblicista, il deputato azzurro è inoltre socio della Federazione relazioni pubbliche italiane dal 1990. Dal 1989 il fervente attivista ciellino si occupa dello Smau come membro del consiglio di amministrazione. L’avventura politica inizia nel 1993 in concomitanza con le elezioni comunali di Milano. Cuore e passione portano l’ambizioso Maurizio a centrare l’obiettivo. Il neo consigliere riveste per tre anni la carica di vicepresidente dell’assise municipale. Nel 1996 diventa presidente della commissione Urbanistica mentre nel 1997 viene scelto dal sindaco Gabriele Albertini in qualità di assessore allo Sviluppo del territorio, edilizia privata e arredo urbano. La tenacia nell’azione amministrativa e il consenso guadagnato strenuamente in anni di duro lavoro proiettano l’assessore della giunta meneghina sul palcoscenico nazionale. A notarlo è Silvio Berlusconi in persona, che lo sceglie come candidato nelle liste di Forza Italia in occasione delle elezioni politiche del 2001. L’esponente azzurro non delude le aspettative e conquista il seggio numero 15 della Camera dei deputati. Appena entrato a Montecitorio, viene eletto capogruppo di Forza Italia nella commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici. In seguito l’onorevole Lupi assume anche l’incarico di responsabile nazionale del dipartimento Lavori pubblici e territorio del soggetto politico fondato da Berlusconi, poi diventato Organizzazione territoriale del partito. Il cambio di maggioranza e l’insediamento di Romano Prodi a Palazzo Chigi portano ad un rinnovamento degli equilibri politici. L’ex capogruppo della commissione Ambiente, rieletto nella circoscrizione Lombardia 1, diventa dunque parlamentare d’opposizione. Nel frattempo viene nominato commissario provinciale a Parma. Terminata l’esperienza prodiana e mandato a casa il fragile governo di centrosinistra, il dirigente azzurro torna a sedere sui banchi della maggioranza. Ad inizio legislatura viene eletto vicepresidente della Camera. Un ruolo istituzionale di primo livello che lo porta ad arbitrare le infuocate riunioni di Montecitorio in sostituzione di Fini. Fondatore dell’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, l’esponente Cl è inoltre promotore, assieme ad Ermete Realacci, della proposta di legge sui piccoli comuni nonché della nuova legge sui principi di governo del territorio. In questa legislatura è presidente del comitato per la comunicazione esterna, del comitato per la sicurezza e della commissione esaminatrice del premio intitolato alla memoria di Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli. Il parlamentare pdiellino è inoltre membro della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici. Ma il novero degli incarichi parlamentari assunti dall’astro nascente del Pdl non finisce qui : oltre ad essere infatti membro della commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, è anche membro della sezione giurisdizionale dell’Ufficio di presidenza. Intramontabile la passione per la corsa e l’attività sportiva, testimoniata dalla fondazione del “Montecitorio marathon road runners club”. Fede e militanza politica si mischiano nella carriera politica di uno degli esponenti politici più vicini al presidente del Consiglio fin dai tempi in cui esisteva ancora Forza Italia. Volto disteso, linguaggio chiaro e preciso, Maurizio Lupi è fra i rappresentati del centrodestra più presenti in tv e sui giornali, dove si batte in difesa delle leggi e delle decisioni intraprese dal governo. Di recente è stato protagonista di un duro botta e risposta in diretta televisiva. Sono già passate alla storia le immagini dello scontro che ha visto Maurizio Lupi e Daniela Santanchè confrontarsi senza mezzi termini con i finiani Urso e Bocchino nel corso di una rovente puntata de “L’ultima parola”, il talk show politico condotto da Gianluigi Paragone. Intanto il nome del numero due di Montecitorio aleggia sulle comunali del prossimo anno. Al momento sembra scontata la riproposizione del sindaco uscente Letizia Moratti ma non mancano dubbi ed interrogativi. In base alle ultime indiscrezioni, per il primo cittadino del capoluogo lombardo potrebbero spalancarsi le porte di amministratore delegato dell’Expò. Nel caso in cui quella che al momento appare una semplice indiscrezione diventasse realtà, il Pdl dovrebbe trovare un nuovo candidato. A figurare fra gli aspiranti inquilini di Palazzo Marino, infatti, compare proprio l’ex amministratore delegato della Fiera di Milano. Avversari e alleati sono avvisati. C’è da scommettere che nei prossimi mesi la domanda sarà sulla bocca di tutti : toccherà dunque ad uno dei maggiori e più apprezzati esponenti di Comunione e liberazione mantenere alta la bandiera del centrodestra nella storica roccaforte berlusconiana?

Al
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